La castagnata di Natale

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Finalista - Concorso per racconti e poesie Silvia Guerra 2024 - Mezzana Bigli (PV)

 

LA CASTAGNATA DI NATALE



L'avvocato Alfieri abitava in una sontuosa villetta alle porte del comune di Borgo Belvedere. Di recente tuttavia era stato costruito davanti a casa sua un condominio dall'aspetto assai modesto. Alfieri lo trovava inguardabile e sosteneva ci abitassero sfaccendati e sempliciotti. Aveva pregato l'amministrazione comunale di piantare degli alberi al fine di mascherarlo, ma gli avevano risposto che non c'era spazio e che la manutenzione sarebbe stata onerosa. Aveva interpellato un ingegnere di fiducia nel tentativo di provarne la non-conformità strutturale, tuttavia la sua istanza giaceva arenata in lungaggini burocratiche.

Un pomeriggio si recò nel suo studio, al cospetto dei dipinti che raffiguravano i suoi antenati, e chiamò il sindaco.
- La mia casa ha perso valore da quando c'è quel coso! - disse.
- Magari fossero tutti ricchi come lei, avvocato... - rispose il sindaco.
- Quei maledetti ragazzini che ci abitano hanno sostituito di nuovo la "V" con la "S" nel segnale di benvenuto a Borgo Belvedere!
- Manderò subito qualcuno a rimediare.
- È un autentico cavallo di Troia, signor sindaco. È forse sua intenzione trasformare Borgo Belvedere in una periferia!?
- Non si arrabbi, avvocato. Forse si sta preoccupando più del necessario.
Alfieri abbassò i toni, ben sapendo di dover tenersi buono il sindaco.
- Gradirebbe passare da me questa sera? - disse. - Sarei felice di farle gli auguri di Natale di persona.
- Volentieri, avvocato. A più tardi!
Alfieri uscì per acquistare le caldarroste e una bottiglia di vino buono, poco dopo accolse il sindaco in casa sua con fare garbato e servizievole.
 
 
 
- Mi piace pensare che sia un dovere onorare le nostre tradizioni - disse, sistemando le statuine del presepio.
- Ha ragione, avvocato. Le nuove generazioni rischiano di impoverirsi. Non dovremmo mai dimenticare da dove arriviamo.
Alfieri sgranò una caldarrosta e osservò le montagne dietro casa.
- Si ricorda quando da ragazzini si andava nel bosco a raccogliere le castagne?
- Come no? Lo ricordo eccome! - rispose il sindaco con un sorriso nostalgico. - Si facevano arrostire sui tizzoni ardenti e le si mangiava tutti assieme... Avevamo poco ma non ci mancava nulla.
Discussero del più e del meno con toni paternalistici. Alfieri corteggiò il sindaco con savoir faire e, dopo il vino, stappò una grappa fatta in casa.
- Li guardi, signor sindaco. Li guardi - disse, indicando gli sgraditi vicini accendere un falò nel cortile del condominio. - Chissà cosa si fanno da mangiare adesso...
Si sentiva parlottare. C'era della musica arabeggiante in sottofondo e una manciata di bambini scorrazzavano intorno a una palla.
- Questi sono veri e propri schiamazzi. Non le pare? - continuò Alfieri stizzito. - E andranno avanti tutta la notte!
Il sindaco diede un'occhiata e rispose:
- Non è nemmeno ora di cena, avvocato...
- Sono stato un caldo sostenitore della sua candidatura. Come ha potuto permettere uno scempio del genere?
- Dovevo trovare un alloggio per queste persone e a valle non è rimasto un buco dove costruire.
- Ma si rende conto del danno che mi ha provocato?
- Le cose cambiano, avvocato. Ci spetta l'onore e l'onere di mantenere aperto il dialogo con i nostri nuovi concittadini.
- Ma mi faccia il piacere! Metà di quella gente non parla nemmeno l'italiano!
Il sindaco abbassò lo sguardo e disse:
- L'ufficio tecnico ha respinto la sua istanza. L'edificio è regolare. Il suo ingegnere non era in possesso della documentazione completa.  


- Dove andremo a finire? Che ne sarà del nostro amato paese? - sospirò Alfieri incredulo.
Contemplò un bicchierino di troppo e, incapace di rassegnarsi, si sforzò di farsi venire un'idea.
- Dovremmo ricominciare ad andare nel bosco a raccogliere le castagne! - disse. - Riprendiamoci Borgo Belvedere con una bella iniziativa promossa dal comune. Che cosa ne pensa?
- È una bella idea - rispose il sindaco.
- Organizziamo una castagnata di Natale come una volta! Non possiamo lasciare che le nostre usanze vengano dimenticate.

Immerso nelle sue velleità di difensore delle tradizioni, notò un ragazzo di colore sul marciapiedi. Attraversò la strada e si avvicinò al suo cancello con fare prudente.
- E adesso che cosa vuole questo? - domandò Alfieri. - Soldi? Aiuto? Lavoro?
- La prego, avvocato. Sentiamo cosa vuole. Vengo con lei - disse il sindaco.
Alfieri aprì la porta e rimase sulla soglia assieme al sindaco.
- Buonasera. Mi chiamo Ehis e abito qui di fronte - disse il ragazzo. - Io e i miei figli siamo andati a raccogliere le castagne nel bosco.
Alfieri non riuscì a proferire parola.
- Le abbiamo appena cotte e ve ne ho portate un po' - continuò il ragazzo.
- Davvero gentile! Le prendiamo volentieri - disse il sindaco andandogli incontro.
Ritirò le caldarroste davanti agli occhi esterrefatti di Alfieri e gli augurò buon Natale.
- Buon Natale anche a voi! - rispose il ragazzo.

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