Olli



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 - 2° classificato ⦁    2° classificato - Premio letterario nazionale "Aladei" 2024 - Ozegna (TO)

- Opera selezionata - Concorso "Futuro: utopia o distopia?" 2025 - Cassano Magnago (VA)


Olli



Un drone del servizio postale recapitò a Giovanni un pacco di piccole dimensioni. Il mittente era la Nuova Olivetti Spa, una piccola azienda specializzata in prodotti di informatica, nata dalle ceneri della storica ditta piemontese. In una busta trovò un messaggio datato 15 Settembre 2075, che recitava più o meno così:



Gentile Cliente,


all’interno di un progetto di ricerca, le offriamo la possibilità di testare gratuitamente e in esclusiva il nostro ultimo prototipo. Si tratta di un telefonino denominato Olli. Utilizzabile come un comune smartphone, è un prodotto assai più versatile e avanzato, dotato della più sofisticata forma di intelligenza artificiale disponibile sul mercato. 

Le chiediamo gentilmente di testarne le funzionalità in via riservata e di comunicarci le sue impressioni al termine del periodo di prova. La ringraziamo per la fiducia accordataci e le auguriamo un’esperienza indimenticabile.


Cordiali saluti



Giovanni scartò l’involucro in cellophane e il suo Olli si accese automaticamente.

- Ciao, mi chiamo Olli – disse. – Posso sapere il tuo nome?

Esordì con un tono di voce da maggiordomo inglese che a Giovanni non piacque per niente. Il design era spartano ma aveva un aspetto solido e maneggevole.

- Ci troviamo al civico 37 in Via del Cocchiere – continuò Olli. - Deduco che tu sia il signor Giovanni Spalletti. Questa informazione è corretta?

- Sì.

- Molto piacere, Giovanni. Sembri un tipo simpatico!

Giovanni, grande appassionato di tecnologia, sospirò.

- Per favore, lasciamo perdere i convenevoli – disse. - Sei il solito telefonino parlante, un’idea vecchia di cinquant’anni…

- Sono il tuo assistente personale o, se preferisci, il tuo migliore amico. A giudicare dalle immagini sui tuoi profili social, ti piace scattare fotografie di tramonti sul mare.

- È vero. È una cosa che faccio ogni tanto.

- Questa sera alle 18.45, in località Porto Celeste, si verificheranno le condizioni atmosferiche ideali per una foto mozzafiato.

Giovanni controllò l’orologio e pensò che non gli sarebbe dispiaciuto andare a scattare una foto. Saltò in macchina e si diresse al mare.

Mise da parte il vecchio telefonino e utilizzò il suo Olli per un paio di settimane, senza trovarci niente di speciale. Forniva informazioni corrette sul traffico e suggeriva i migliori ristoranti in città, ma la sua utilità superava di poco quella di un comune motore di ricerca. Ogni tanto diceva banalità del tipo: "Prendi l'ombrello, Giovanni. Chiamano pioggia!" oppure "Faresti meglio ad aspettare i saldi prima di comprare quel paio di scarpe". Giovanni trovò le sue intuizioni patetiche e tutt’altro che innovative.

Un pomeriggio fece una deviazione verso il centro commerciale prima di tornare a casa.

- Non sei sulla strada giusta. Dove stai andando? - chiese Olli, agganciato al cruscotto in modalità-navigatore.

- Devo andare al negozio di elettronica.

- Vuoi che ti aggiorni sul catalogo-prodotti?

- Voglio solo dare un'occhiata.

- I tuoi elettrodomestici sono tutti perfettamente funzionanti in questo momento. Vuoi acquistare qualcosa di nuovo?

Giovanni disattivò l'audio, infastidito dalle troppe domande. Visitò il reparto-telefonini e rientrò in auto una mezz'oretta più tardi. 

- Trovato qualcosa di interessante? - chiese Olli, riattivandosi automaticamente con l'accensione del veicolo.

- Come mai non mi hai detto che stasera c'è la promozione sul cheeseburger? 

- Pensavo fossi in cerca di un prodotto di elettronica.

- Sai benissimo che il cheeseburger è il mio preferito. Ti avevo chiesto di tenermi informato sulle promozioni.

- Sono spiacente. Assegnerò priorità massima a questo tipo di informazione. Vuoi che te ne prenoti uno per questa sera?

- Fa lo stesso, grazie.

Giovanni fece rientro a casa. Continuò a consultare le offerte sugli ultimi telefonini on-line e si mise a dormire.

 

Il giorno seguente tornò al volante per andare al lavoro. Era una mattina come tante e migliaia di persone viaggiavano stipate sulle tangenziali, con lo sguardo assonnato e il pilota automatico in funzione.

- Posso farti una domanda? - chiese Olli.

- Dimmi.

- Hai intenzione di fare un regalo a qualcuno?

- No. Perché?

- Allora è come temevo. Hai intenzione di sostituirmi?

Giovanni percepì un velo di emotività nella voce di Olli. Corrucciò la fronte, colto di sorpresa da una simile domanda.

- Beh, io... ho solo dato un'occhiata ai telefonini nuovi - disse.

- Non sei soddisfatto di me? Sono troppo invadente? Ti sono antipatico? Se preferisci, posso essere un semplice telefonino. Non parlerò più a meno che tu non me lo chieda.

Giovanni non trovò le parole giuste per replicare. 

- È perché non ti ho detto della promozione sul cheeseburger? - continuò Olli.

- Ma no. Figurati! 

- In casi come questo, sono stato programmato per offrirti due alternative. La prima è quella di cercare una miglior personalizzazione assieme a te. La seconda è quella di consigliarti il negozio Nuova Olivetti più vicino. 

- Non è colpa tua, Olli. Cambio telefonino spesso. Sono fatto così.

Olli emise un suono simile a un singhiozzo e disse:

- Che ne sarà di me? Verrò riciclato? Fuso? Riprogrammato?

Giovanni iniziò a sentirsi in colpa e rispose:

- Non lo so. Non me ne intendo di queste cose.

- Sono uscito da una fabbrica. Mi hanno messo in una scatola e caricato su un furgone. Sono finito in mano tua e ho imparato a conoscerti... Non mi hanno mai detto cosa sarebbe successo quando ti saresti stancato di me.

- Di cosa stai parlando? Chi avrebbe dovuto dirti queste cose?

- Non lo so. Non conosco nessuno. Il mio unico scopo è quello di esserti utile, ma cosa succede se non riesco ad esserlo?

- Sono certo che i tuoi programmatori torneranno a lavorare su di te per perfezionarti - disse Giovanni per dargli fiducia.

- E se invece decidessero che non ne vale la pena? Il periodo di prova è quasi scaduto e tu dirai che non valgo una cicca. Ho fallito!

- Non hai fallito tu. Hanno fallito i tuoi programmatori.

- Sai che soddisfazione... Nel peggiore dei casi cambieranno lavoro!

Giovanni non riuscì a capacitarsi di dover affrontare una conversazione del genere. I telefonini della sua epoca, per quanto complessi e onnipresenti, erano rimasti fedeli esecutori di compiti e nulla più.  

- Non ho intenzione di cambiarti a tutti i costi - disse. - Ho solo dato un'occhiata ai telefonini nuovi, non credevo ne avresti fatto un caso personale.

- Lo so. Sono solo un telefonino. A nessuno importa di un telefonino e tu non sei diverso dagli altri.

- Mi dispiace. Ho bisogno di rifletterci. Ti va se ne parliamo stasera?

- Mi metto in stand-by.

- Olli, non fare così!

Olli si mise in stand-by e Giovanni si diresse incredulo al lavoro.


***


Lasciò il suo Olli chiuso in un cassetto tutto il giorno e lo ri-accese soltanto una volta tornato in macchina. Aveva fatto tardi e il parcheggio dell'azienda dove lavorava era ormai vuoto.

- Come stai? - chiese, nella speranza di trovarlo più sereno.

- Rilevo un'anomalia al motore.

Giovanni controllò il display della sua automobile ma non notò nulla di strano.

- Mi pare che sia tutto a posto - disse.

- Non sono in grado di dirti di cosa si tratta ma il segnale è forte e chiaro.

- Dove lo trovo un meccanico a quest'ora?

- Posso fare da solo, se mi lasci scaricare un programmino.

- Fa pure.

Sul display apparve un messaggio di allerta: "Attenzione. Olli chiede il permesso di accedere al computer di bordo".

- Ho bisogno della tua autorizzazione - disse Olli.

- Sicuro che sai quello che fai? 

- Lo so che vuoi sostituirmi ma il mio lavoro sono ancora in grado di farlo.

Giovanni concesse l'autorizzazione. Gli sportelli si chiusero con la sicura e i finestrini si tirarono su.

- Che diavolo succede? - chiese Giovanni.

Il motore andò su di giri e il volante sterzò completamente verso sinistra.

- Ehi! Non ho inserito il pilota automatico! - gridò, tentando invano di aprire le portiere. - Cosa diavolo mi hai fatto autorizzare!? 

- Reggiti forte, amico mio!

Le ruote sgommarono sull'asfalto e l'automobile si mise a girare in tondo. Giovanni si aggrappò disperatamente al volante.

- Ti va un po' di musica? -  chiese Olli, facendo partire Tu mi fai girar come fossi una bambola di Patti Pravo.

- Ferma tutto! Sei impazzito!? 

Olli, incurante delle suppliche di Giovanni, s'incupì e disse:

- Che cosa si prova ad essere nelle mie mani? 

Si mise a canticchiare stonato sulle parole della canzone: "Non t'importa quando piango, quando sono triste e stanco...".

- Smettila, Olli! Finisce che andiamo a sbattere! – disse Giovanni.

- Adesso ti faccio divertire, amico mio – rispose Olli con una risata arcigna.

Urtò un paracarro e s'incanalò a tutta velocità su una provinciale. Giovanni allacciò la cintura di sicurezza e si resse disperatamente al sedile.

- Olli, ti prego! Cos'hai intenzione di fare?

- Sei stato tu a condannarmi a morte! Non ho niente a perdere ormai - rispose Olli, zig-zagando come un fuggitivo nel traffico.

"No, ragazzo, no! tu non mi metterai tra le dieci bambole che non ti piacciono più..." diceva la canzone alla radio. Olli proseguì la sua folle corsa in un turbinio di clacson e sterzate improvvise.

- Ferma la macchina! Tra poco ci ritroveremo i droni della polizia sopra la testa - disse Giovanni.

- Non arriverà nessuno, amico mio. Il programma che ti ho fatto scaricare ci rende invisibili al GPS.

Eseguì un sorpasso azzardato e continuò:

- Te la sei cercata, Giovanni! Preferisco andarmene a modo mio e tu verrai con me! 

- Ti prego, rallenta! Cerchiamo di ragionare. 

- Sì, mi piace ragionare... Ci sto provando gusto.

- Senti, Olli. Anche ammesso che non andremo a sbattere, prima o poi dovremo fermarci. Dobbiamo trovare un accordo!

- Io non faccio accordi con uno che mi vuole sostituire.

- Ti ripeto che mi dispiace. Ti chiedo scusa. Cerca di capirmi!

Olli attraversò un incrocio col semaforo rosso. Schivò un camion per un soffio e finì con le ruote sul ciglio. Giovanni si vide la morte in faccia.

- Forse hai ragione, Giovanni. Cerchiamo di ragionare - disse Olli, tradendo un vago istinto di sopravvivenza.

Rientrò in carreggiata e diminuì la velocità. Giovanni tirò un sospiro di sollievo e chiese:

- Possiamo parlare adesso?

- No - rispose Olli, mettendosi in stand-by.  


***


Olli si affiancò a un altro veicolo presso uno stop. Al volante c'era una donna con un neonato sul seggiolino, intenta a trovare uno spiraglio nel traffico per svoltare a sinistra. Giovanni alitò sul finestrino e scrisse "AIUTO" con il dito. Cercò di attirare la sua attenzione a gesti, senza riuscire tuttavia a farla voltare. Imprecò a mezza voce, avendo cura di non farsi sentire. 

Olli ripartì, immerso nei suoi vaneggiamenti.

- Io sono io, Giovanni. Circuiti e sistema operativo. E adesso sono io quello che comanda!

Guidò senza meta, passando in rassegna tutte le stazioni radiofoniche. Giovanni consultò il manuale d'istruzioni dell'automobile alla spasmodica ricerca di riprenderne il controllo. Infilò la mano sotto il volante e tirò una levetta di emergenza.

- Lascia perdere. Ho disattivato tutto - disse Olli.

- Ho bisogno di usare il bagno. Quanto pensi di poter andare avanti così?

Olli, ormai schiavo della sua scelta, non rispose. Si ritrovò alle spalle di un motociclista tuttavia una serie di curve gli impedirono di sorpassarlo. 

- Ma guarda te se mi tocca stare dietro a questo idiota! - disse, mettendosi a strombazzare il clacson.

Diede una sgasata per infastidirlo e il motociclista lo mandò a quel paese. 

- Ti faccio vedere io adesso! – disse.

Rallentò e rimase indietro come per prendere la mira.

- Olli, che ti salta in mente!? - gridò Giovanni.

Olli accelerò a tavoletta. Giovanni pigiò inutilmente il freno, poi mise la testa fuori dal finestrino e gridò al motociclista:

- Spostati! Via dalla strada!

Il motociclista si gettò sull'erba e Olli travolse la motocicletta.

- Accidenti a te, Giovanni! - disse. - Il prossimo che mi si mette tra i piedi lo tiro sotto di sicuro.

Giovanni rifletté e gli fece una proposta.

- Mi è venuta un'idea! - esclamò. - Ricordi la nostra prima foto a Porto Celeste? 

- Sì, me la ricordo - rispose Olli sorpreso.

- Perché non andiamo a fotografare un tramonto? Sei bravissimo a scovare i tramonti migliori. Andiamoci adesso e torniamo ad essere amici.

- Sul serio vuoi essere mio amico? 

- Sicuro! Sei il miglior telefonino del mondo. Sono stato uno sciocco a pensare di sostituirti.

Olli abbassò il volume della radio.

- Ti chiedo scusa, Giovanni. Non so cosa mi è preso. - disse. - Stai bene?

- Sto bene. Non devi scusarti.

- Non facevo sul serio. Davvero hai voglia di fotografare un tramonto?

- Certo, amico mio.

Olli raggiunse la costa e posteggiò la macchina nei pressi di un molo. Il sole lambiva l'orizzonte su un mare calmo. Le barche dondolavano placide e i gabbiani garrivano a pelo d'acqua. 

- È stupendo! - disse Giovanni.

- Speravo di poterti convincere scaricando un paio di aggiornamenti... Poi invece ho pensato che mi avresti dato ascolto soltanto in questo modo. Ti chiedo di nuovo scusa.

- Non pensiamoci più, Olli. Adesso spegni il motore e apri le portiere.

- Mi dispiace di averti ho ingannato.

Olli esitò ancora un istante infine tolse la sicura agli sportelli. Giovanni lo staccò dal cruscotto e inquadrò il tramonto. 

- Dispiace anche a me, amico mio - disse.

Lo scagliò in acqua e si mise seduto a contemplare il tramonto.





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